Amelia Earhart, la pioniera scomparsa nell’oceano.
L’aviatrice stava completando il giro del mondo quando il 2 luglio 1937 scomparve nel Pacifico senza lasciare traccia.
Il Lockheed L-10 Electra di Amelia Earhart: durante le modifiche la maggior parte dei finestrini fu oscurata e la fusoliera venne attrezzata con serbatoi del carburante realizzati su misura
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RITROVATI I RESTI DI AMELIA EARHART
Andato in onda il: 08/03/2018
E' stata la più famosa aviatrice di tutti i tempi: l'americana Amelia Earhart scomparsa nel 1937 mentre sorvolava il Pacifico. Ora, grazie a nuove ricerche la conferma: i resti ritrovati nel 1940 su un'isoletta sperduta sono i suoi. La corrispondente Giovanna Botteri
Sono tanti gli aerei dispersi a partire dal XX secolo e sommersi nelle profondità degli oceani. E soprattutto tanti gli aviatori morti di cui non furono mai ritrovati i corpi. Tra questi spicca la statunitense Amelia Earhart, icona femminista che scomparve nel pacifico nel 1937. Amelia era nata il 24 luglio 1897 ad Atchison (Kansas), nel cuore degli Stati Uniti. Sin da piccola aveva mostrato un carattere avventuriero e indipendente e un grande interesse nei confronti di quelle donne che avevano avuto successo in attività tradizionalmente considerate maschili.
Amelia decise che sarebbe diventa pilota nel 1920, dopo la sua prima esperienza di volo, un’ascensione di dieci minuti con il pilota Frank Hawks a Long Beach, in California. “Quando raggiunsi la quota di due o trecento piedi (tra i 60 e i 90 metri ), seppi che dovevo volare” avrebbe ricordato in seguito. Il 3 gennaio 1921 prese la prima lezione e due anni dopo ottenne il brevetto di volo. Negli anni venti e trenta realizzò numerosi record: fu la donna che volò all’altitudine e alla velocità maggiori allora raggiunte, ad attraversare l’Atlantico e a pilotare, in solitaria, tra Oakland e Honolulu, e tra Los Angeles e Città del Messico.
Una donna libera.
http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma-puntate/amelia-earhart-laviatrice/23841/default.aspx
Amelia Earhart era bionda, molto magra, e alta un po’ più di
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isola di Howland
Fred Noonan
L’ULTIMO VOLO. Amelia Earhart era una celebrità quando, nel 1937, progettò di compiere il giro del mondo. La sua non era la prima traversata aerea intorno al globo, impresa realizzata da una squadra statunitense nel 1924, ma era di certo la più lunga: un’estenuante rotta di 47mila chilometri vicino all’equatore. Il tentativo iniziale non andò a buon fine. Infatti, un incidente danneggiò gravemente il velivolo. Dopo la riparazione dell’aereo (un Lockheed Modello 10 Electra), il primo giugno lei e il suo ufficiale di rotta Fred Noonan, pilota con grande esperienza di volo nel Pacifico, intrapresero il viaggio da Miami verso est. Dopo svariati scali giunsero a Lae, nella costa orientale di Papua Nuova Guinea. Il 2 luglio 1937 Earhart e Noonan partirono per la destinazione successiva, l’isola di Howland, circondata dalla barriera corallina, sperduta in mezzo al Pacifico e a metà strada tra l’Australia e e Hawaii. Il cutter USCGC Itasca era stazionato in zona con l’incarico di mantenere i contatti radio con i piloti e guidarli fino al luogo stabilito. L’isola si trovava a circa
Nikumaroro
ATTERRAGGIO D’URGENZA. Secondo il parere di questi ricercatori, Earhart e Noonan non riuscirono a scorgere Howland, si diressero a sud (da quanto si desume nell’ultima trasmissione conosciuta) e fecero un atterraggio d’emergenza a Nikumaroro (Isole Gardner), dove sopravvissero come naufraghi fino a che morirono senza essere stati ritrovati. Il TIGHAR sostiene che l’Electra atterrò sulla scogliera e fu poi trascinato nell’oceano dalla marea. Non si sa cosa accadde a Noonan, ma Earhart potrebbe essere deceduta in un accampamento improvvisato nell’estremità sud-est dell’atollo. Sostengono questa tesi anche i risultati di analisi condotte dall’Università del Tennessee e pubblicati lo scorso marzo dalla rivista Forensic Anthropology secondo i quali i resti di ossa umane trovate nel 1940 a Nikumaroro sarebbero di Amelia. Nella zona son ostati trovati anche una custodia che all’epoca conteneva un sestante, i resti di una scarpa simile a quella che portava Earhart, i pulsanti e la cerniera di una giacca da aviatore e persino delle lastre di un aereo in alluminio. Una recente spedizione finanziata dal TIGHAR e dalla National Geographic Society è andata alla ricerca dei resti dei piloti con quattro cani appositamente addestrati, senza però risultati concreti. Oltre ottant’anni dopo la scomparsa di Amelia e ancora avvolta nel mistero.
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