giovedì 13 settembre 2018

Il boom del Romanico

Il boom del Romanico.
Il Romanico fu il primo grande stile artistico cristiano: in tutta Europa sorsero complessi architettonici monumentali e nuove forme espressive nelle arti visive.

Tra la prima e la seconda guerra mondiale si fecero i primi studi su un’arte precedente al Gotico che gli specialisti chiamarono Romanico. Anno dopo anno si scoprirono sotto le pareti ridipinte di numerose chiese – liberate dal loro intonaco gotico, barocco o neoclassico – dipinti murali e capitelli che si sposavano meglio con un’architettura di pietra caratterizzata da volte a botte o a crociera archi a tutto sesto, muri spessi, finestre anguste, solidi contrafforti e absidi semicircolari.

VOLTE, ARCHI E NAVATE.  Di tutti gli elementi caratteristici dell’architettura romanica, quello che catturò maggiormente l’attenzione degli studiosi fu la volta, probabilmente il più grande risultato dell’architettura medievale. Il principio dell’arco permetteva di comprendere uno spazio maggiore rispetto a quello consentito con l’uso di un soffitto o di un architrave in legno. In questo modo la navata centrale fu ampliata perché fosse in armonia con una lunghezza maggiore e, così allargata, fu costruita con un’altezza maggiore per contenere le proporzioni. Questo permise di alzare il livello da cui gli archi, dai muri, si gettavano verso l’interno e la volta divenne più armonica quando si divisero gli archi in muratura con i costoloni.
La navata centrale era costruita con un’altezza maggiore rispetto a quelle laterali: il soffitto della navata laterale, grazie al suo muro esterno, serviva da contrafforte alla volta della navata centrale e se anche la navata laterale era a volta, i suoi archi nervati portavano la metà del suo peso verso l’interno per bilanciare la spinta verso l’esterno della volta centrale nei punti più deboli dei sostegni della navata. Le navate laterali erano suddivise solitamente in due o tre piani: quello superiore costituiva una galleria e il secondo un triforio, che era così chiamato perché gli spazi arcuati che davano sulla navata centrale erano generalmente divisi da due colonne e creavano in tale modo l’effetto di tre porte.
Questa scoperta provocò un forte impatto culturale in un’epoca in cui proprio l’arte europea stava subendo una profonda trasformazione. L’opinione degli uomini colti su quel periodo cambiò totalmente, un’epoca che fino ad allora si conosceva attraverso migliaia di documenti e fonti scritte, ma ora, grazie alla sua arte, si comprendeva il valore del santo, come disse Rudolf Otto. Il paragone con altri stili artistici che rispondevano alla stessa identità culturale non si fece attendere e diede luogo all’interpretazione di “le voci del silenzio” di André Malraux, un punto di vista che non tutti condivisero ma che segnò un primo e un dopo nell’approccio dell’arte romanica.

Eremiti isolati dal mondo.
Nel XII secolo si moltiplicarono le comunità di persone solitarie, slegate da qualsiasi istituzione, che praticavano il dialogo “a tu per tu” con Dio e imitavano Cristo con la vita all’aria aperta, la penitenza della fame e la lotta contro Satana nel deserto. Questa prima manifestazione della vita eremitica – dedita alla preghiera, in solitudine e in un luogo isolato – sarebbe  sfociata, agli inizi del secolo successivo, nel movimento degli ordini mendicanti, Francescani e Domenicani, ma diede anche origine a un romanico rurale, caratterizzato da chiese piccole, a una sola navata con abside semicircolare e decorazione molto sobria, situate molte volte in luoghi poco accessibili. Queste chiese furono costruite soprattutto nel XII e nel XIII secolo, anche se ne troviamo degli esempi risalenti al XIV secolo.  
Saint-Michel d'Aiguilhe  una cappella cattolica romanica, edificata nel 969[1], situata ad Aiguilhe, Francia. La cappella è stata costruita sulla cima di un collo vulcanico[2] alto 85 m. Dal 1840 è monumento storico della Francia[1]. Ai piedi del collo vulcanico è situata la Cappella di Santa Chiara, risalente al XII secolo

Il pellegrinaggio a Saint-Michel d'Aiguilhe è gestito dai sacerdoti della Comunità di San Martino
     
GEOGRAFIA DEL ROMANICO. Tra il IX e il XIII secolo si costruirono in tutta Europa chiese, abbazie e cattedrali di questo tipo, lineari ma sicure, che poggiavano sull’equilibrio delle loro semplici masse architettoniche. Ancora oggi se ne possono visitare alcuni esempi nelle più remote valli di montagna, in Baviera, in Tirolo, nel nord Italia e nei Pirenei. In alcuni casi, queste chiese furono costruire sui terreni ceduti dai signori feudali che esercitavano il loro patronato su di esse, in altri, ebbero l’appoggio di comunità monastiche, come Cluny in Francia e Spagna e Hirsau in Germania. Le une e le altre si trasformarono in chiese di pellegrinaggio.
Intorno all’anno mille si possono già identificare alcune caratteristiche basilari dell’ubicazione geografica, di queste chiese, che risponde a un sentimento nazionale sempre più forte legato allo sviluppo delle lingue volgari: San Michele di Hildesheim è tipico tedesco basso sassone, mentre San Martino di Tours risponde a una forma consueta in Francia. Di fatto, esistono tre circoli dell’arte romanica: un circolo culturale nordico, a cui appartengono la Germania, il nord della Francia, la Normandia, le Fiandre e l’Inghilterra; un altro sottomesso alla potente influenza della Borgogna, che in quegli anni equivaleva a quella del monastero di Cluny, e infine un terzo mediterraneo.

Elementi costitutivi dell’architettura romanica.
Lo stile romanico, molto comune in tutte le terre attraversate dal Cammino di Santiago, fu una sintesi storica dell’eredità romana e di altre correnti dell’Alto Medioevo. La sua architettura fu caratterizzata dall’utilizzo dell’arco a tutto sesto, iscritto in una semicirconferenza, la volta a botte – quella formato dallo scorrimento in lunghezza di questo stesso arco – e la decorazione esterna a base di bande lombarde, ovvero lesene verticali collegate, nella parte alta, da una serie di piccoli archi ciechi. 
chiesa di san Martino di Tours a Fromista 

portale della chiesa di Sainte-Foy de Conques


Le rotte del Cammino di Santiago e i pellegrini medievali.
Ways of St. James in Europe.png

Il culto dell’apostolo san Giacomo (Santiago) si sviluppò tra il IX e il X secolo, anche se la leggenda del suo apostolato in Galizia appare per la prima volta nei Commentari dell’Apocalisse del Beato di Liébana alla fine dell’VIII secolo.
La chiesa di pellegrinaggio con le reliquie del Santo, che d’accordo con la tradizione giunsero nella Penisola attraverso mezzi miracolosi, fu costruita tra il IX e il XII secolo e successivamente rimodellata in varie occasioni. Per giungere fino alle sue reliquie, i pellegrini di tutto Europa dovevano solo seguire la via Lattea nel cielo. A ogni tappa del loro viaggio, avevano a disposizione alloggi, cappe e luoghi di ristoro organizzati dalle confraternite che si diffusero ben presto in tutto il continente. 

LA VIA TURONENSIS. Attraversa Parigi e Tours, ma i suoi primi tratti si trovano a nord: Piccardia, Ponthieu, Fiandre, Hainault, i Paesi Bassi. Ha una lunghezza di 1640 km ed è usata anche dai pellegrini tedeschi.
LA VIA LEMOVICENSIS. È così chiamata perché attraversa la città di Limoges. Si chiama anche Via di Vézelay perché il punto di incontro e di partenza dei pellegrini è l’abbazia della Maddalena, a Vézelay.  Porta a Ostabat (Aquitania) passando da Bourges e Chateauroux.
LA VIA PODIENSIS. Con una lunghezza di 1530 km. il suo nome deriva da Le Puy-en-Velay. Uno dei suoi itinerari d’origine è la Via Gabennensis, che inizia a Ginevra. Oggi prende il nome di cammino di Puy. I diversi itinerari si uniscono a Ostabat, nei Pirenei.
LA VIA TOLOSANA. Tolosa le dà il nome, pur essendo definita anche Arletanensis, perché uno dei suoi punti di incontro e partenza è la città di Arles, sulle sponde del Rodano. Altri tratti iniziali partono dal Monginevro (Alpi del sud) e Mentone (Alpi Marittime)
IL CAMMINO NELLA PENISOLA. Gli itinerari più usati sono quello di Girona, l’aragonese, quello del nord, attraverso Irun-Ribadeo, la Via de la Plata, attraverso Cadice-Mérida-Zamora-Orense e il mozarabico, attraverso Granda-Mérida-Astorga




LA SPECIFICITA’ TEDESCA. In Germania fu notevole l’influsso del monastero di Hirsau oppure, il che equivale alla stessa cosa, l’influenza degli effetti di Cluny nell’ambiente artistico dall’altra parte del Reno. Questa impronta è visibile in Baviera, Westfalia, Bassa Sassonia, Basso e Alto Reno, Alsazia e Austria, anche se questo non significa  che manchino chiese romaniche legate a tradizioni autoctone. Così, nella Bassa Sassonia, per esempio, troviamo l’influenza del’arte ottoniana, come nei caso di San Gottardo di Hildesheim, della chiesa di Nostra Signora di Halberstadt e delle cattedrali di Lubecca e Hildesheim. La Westfalia invece risponde alle sue radici, con chiese importanti come quella di San Bartolomeo di Paderbon o San Patroclo di Soest. L’architettura romanica tedesca si caratterizza per doppi cori, duplici cappelle, due crociere e, soprattutto, il corpo occidentale della chiesa. L’importanza data a quest’ultimo elemento è dovuta all’intenzione di stabilire un coro occidentale, con una o più torri, contrapposto alla parte del clero, che è quella orientale. Questo corpo, che fondava le sue radici nell’arte carolingia, è il posto di comando  l’arcangelo Michele: a ovest incombono i demoni, gli spiriti cattivi, ma sempre a ovest si trova anche il posto simbolico dell’imperatore, di cui San Michele è il massimo protettore. Non deve pertanto stupire che i movimenti di riforma provenienti da Roma tendessero a sopprimere il corpo occidentale che, secondo la dottrina gregoriana, risultava arcaico.
Questo conflitto ebbe come conseguenza quella di ingrandire ancora di più le basiliche romaniche tedesche; basti pensare, per esempi, a Spira, Worms e Magonza. La ricostruzione della cattedrale di Spira nel XII secolo si basò su fondamenta ottoniane. In essa si tengono testa due corpi potenti, uno a est e l’altro a ovest,, mentre le torri sulla crociera, le torrette che la fiancheggiano e le piccole gallerie lungo i cori stemperano la pesantezza della costruzione in una decorazione ricca, potente e d’effetto.
Spira fu costruita sotto gli auspici degli imperatori della dinastia salica: Cprradp II, Enrico III e Enrico IV e nella prima fase fu pura architettura, senza immagini, a differenza di ciò che fu proposto a Worms e Magonza, dove le figure di animali si completarono intorno al 1200 con un brillante gruppo scultoreo di figura umana: Daniele contro i leoni, Sansone, anch’egli vincitore dei leoni, o un personaggio malvagio ingoiato da una fiera. Questa forma di intendere l’arte romanica si trasferì a tutti i territori di influenza imperiale: nella cripta di Freising è stata identificata la lotta tra Odino e il lupo Fenrir; a San Giacomo di Ratisbona, una lotta di carattere cosmico, sulla linea delle sculture presenti nelle cattedrali di Santo Stefano a Vienna, Schongrabern e Zurigo.

LA SINTESI NORMANNA. Lo stile Romanico-normanno penetrò dopo la battaglia di Hastings. Era una variazione del modello continentale nel quale predominavano gli archi a tutto sesto, appoggiati su spessi piloni, e i muri robusti, anche se i soffitti erano solitamente in legno; quando la volta era di pietra, i muri avevano uno spessore compreso tra due metri e mezzo e tre. Avevano poche statue esterne, per timore degli effetti di un clima umido e in un primo periodo i capitelli delle colonne erano scolpiti grossolanamente. In Inghilterra è rimasta solo un’opera architettonica di quest’importante arte romanico-normanna. La maggior parte delle cattedrali subì un innalzamento gotico di arco e volta nel XIII secolo e oggi si conserva soltanto la forma romanica della base.
Nel 1067, il fuoco distrusse la vecchia cattedrale di Canterbury e Lanfranco la ricostruì secondo il modello dell’Abbazia degli Uomini di Caen, ma sfortunatamente non ne restano tracce, salvo i pochi tratti di mura dove fu assassinato l’arcivescovo Thomas Becket nell’anno 1170. La cattedrale di York, costruita nel 1075 secondo il progetto normanno, scomparve nel 1291 sotto l’edificio gotico, mentre la Cattedrale di Lincoln fu distrutta da un terremoto nel 1185 e ricostruita successivamente in stile gotico. A Winchester si conservano le navate traversali e la cripta della cattedrale romanico-normanna della fine del XII secolo, costruita dal vescovo Walkelin per accogliere i pellegrini che visitavano la tomba del vescovo del IX secolo San Switun.
L’unica chiesa in Inghilterra che conserva questo stile è la Cattedrale di Durham, situata nella parte nordorientale dell’isola che può essere considerata la costruzione romanico-normanna più importante d’Europa. Fu realizzata nel corso del XII secolo, e la sua alta navata, con una serie di archi a tutto sesto che poggiano su robusti capitelli grezzi, introdusse due importanti innovazioni: i cordoni erano nervati (e questo aiutava a individuare le spinte) e gli archi traversali era a sesto acuto (mentre quelli diagonali a tutto sesto). Nel 1175, il vescovo Puiset aggiunse all’estremità occidentale della cattedrale un bel portico nartece, con archi a tutto sesto e colonne slanciate, che prende il nome di galilea (dal latino galilae: atrio, chiostro).

Scultura e decorazione.
Nella scultura romanica si mescola una visione beatifica dell’Aldilà con il regno dei mostri, del terrificante, derivante dai diversi mondi che la influenzarono: celtico, germanico, copto, armeno, siriano. Il leone di Brunswick è la figura più famosa del Romanico tedesco non solo perché indica Enrico di Sassonia, il brillante avversario di Federico I Barbarossa, ma perché sintetizza la forza di una scultura che cerca la tradizione dei popoli barbari. In questa tradizione si nota anche la persistenza dei motivi geometrici, dei nodi. Le colonne con nodi sono un motivo molto abbondante nelle chiese, come si vede nel pilastro centrale del portico di Souillac; nel sud della Francia, la manifestazione più estrema di questa tecnica artistica. Tutta questa scultura è manifestazione di credenze. Quella di un Cristo con un Signore del mondo, il Patocratore, che riversa il suo potere sul Giudizio Finale, nel timpano del portale, circondato dal simbolo degli evangelisti. Questa stessa sensazione si percepisce nei dipinti del fondo delle absidi e dei muri laterali, come le rappresentazioni dell’Apocalisse in Saint-Savin-sur-Gartempe o il Cristo Maestà che si erge gigantesco e potente, intronizzato nell’arcobaleno di Saint-Gilles de Montoire o a Sant Climent de Taull. Poiché il periodo romanico coincide con il boom della mariolatria (culto della Madre di Cristo), ci sono anche molte rappresentazioni della Vergine sotto forma di Sedes Sapientia, Madonna in Maestà ecc. Molto rappresentata anche la violenza iconografica, con il martirio dei santi e visioni apocalittiche del Giudizio Finale. 
Abbazia di Saint-Savin-sur-Gartempe


LA SCUOLA DI BORGOGNA. Il territorio che rimaneva sotto l’influenza della scuola di Borgogna, ovvero di Cluny, è rappresentato da Langres, Autun e Vézaly. Quest’ultima chiesa, trasformata in grande centro di pellegrinaggio, fu il luogo in cui Bernardo di Chiaravalle riunì il re di Francia Luigi VII e re di Germania Corrado III per indire la seconda crociata. Tuttavia, la struttura più rappresentativo di questo periodo è la cosiddetta Cluny III. È chiamata in questo modo la terza costruzione della grande chiesa madre dei cluniacensi, consacrata nel 1130 e la cui navata occidentale fu conclusa nel 1220. Si trattava di una chiesa gigantesca, circondata da una corona di cappelle, che sarebbe stata distrutta durante la Rivoluzione francese.
I costruttori di queste chiese monastiche romaniche le consideravano degli enormi reliquiari, aperti ai pellegrini e alla fastosa liturgia dei numerosi monaci. Sono caratterizzate dalla presenzadi tre, cinque o più navate, crociere in diverse quantità, torri che coronano tutte le intersezioni delle navate e portali riccamente decorati con sculture che mostrano ai pellegrini gli orrori del Giudizio Finale e la beatitudine degli eletti. Questo modello trionfò al sud, dove i muri delle chiese si presentavano come una caverna nella roccia. Ne sono un buon esempio le magnifiche chiese dell’Aquitania, come quelle di Cahors o Angouleme, le superbe chiese con il loro atrio nel Poitou, come Nostra Signora la Grande di Poiters e le chiese con grandi portici sulle rotte di pellegrinaggio, come Saint Sernin di Tolosa, Sainte-Foy di Conques, San Pietro di Moissac e, soprattutto, la cattedrale di Santiago di Compostela, nel cui Portico della Gloria si trovano le sculture romaniche più belle d’Europa.

la cattedrale di Santiago di Compostela


La riforma cistercense e Bernardo di Chiaravalle.
Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) si unì alla campagna riformatrice di Roberto di Molesmes e Stefano Harding e riformò l’Ordine cistercense fondando Clara Vallis. Il monastero di Chiaravalle portò alla costruzione di centinaia di abbazie in tutta Europa.
Fino all’arrivo di Bernardo di Chiaravalle nel 1112 l’abbazia di Citeaux, fondata nel 1098, aveva funzionato in modo precario. Non aveva nemmeno dei novizi quando Stefano Harding fu designato abate nel 1109. Il religioso e umanista inglese, oltre a predicare povertà e semplicità, mise fine alle spese superflue e intraprese un grande lavoro intellettuale. Bernardo di Chiaravalle ampliò l’attività intrapresa da Harding, fondando la comunità cistercense femminile di Tart L’Abbaye, la quale si ingrandì a tal punto che alla morte del suo fondatore aveva circa 500 istituti suddivisi  tra Francia, Spagna, Inghilterra e Irlanda, Fiandre, Italia, Germania, Svezia, Danimarca e Ungheria. Senza dubbio, si trattò di un evento storico che diede vita al boom culturale europeo del XII secolo. Inoltre Bernardo lottò a favore di Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto e predicò la seconda crociata a Vézelay e ricevette papa Eugenio III nella sala capitolare del suo monastero.
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Abbazia di Chiaravalle

L’abbazia benedettina di Vézelay, dalle crociate alla decadenza.
Vézelay è il capoluogo del cantone di Avallon, nel dipartimento della Yonne in Borgogna. La città nacque nei dintorni di un’abbazia benedettina costruita sulle reliquie di Maria Maddalena e nel IX secolo riunì una congregazione benedettina. Quest’ultima fu assalita e saccheggiata dai pirati vichinghi che risalivano la Senna. Il drammatico evento trasfigurò l’abbazia, che si trasferì sulla cresta militare della collina, trasformata in una fortezza abbaziale.
Nella nuova abbazia si stabilirono dei monaci dell’Ordine di san Benedetto. Le reliquie della Vergine Maria e degli apostoli san Pietro e san Paolo furono deposte sotto l’altare della nuova chiesa fortificata di Nostra Signora di Vézelay. L’abbazia-fortezza poteva ospitare un intero popolo all’interno delle sue alte mura di conci. Ma la cosa migliore per i religiosi che vi vivevano e lavoravano fu lo statuto cluniacense, che consentì loro di non sottostare né all’ordine né al vescovo della diocesi, né al re o al signore feudale. Si trattò di un piccolo stato teocratico indipendente dalla monarchia e dal signore borgognone, sottomesso solamente al papa. Nel 1146, Bernardo di Chiaravalle predicò da lì la seconda crociata. In seguito gli abati furono autorizzati a indossare la mitra, il bacolo, l’anello e i sandali. Durante la terza crociata, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto si incontrarono a Vézelay con i loro eserciti per partire per la Terra Santa. Nel primo decennio del XIII secolo, un abate corrotto e malversatore, Hugo, rovinò le finanze dell’abbazia e anche se fu destituito, l’abbazia e l’ordine stesso iniziarono la loro decadenza.

IL CIRCOLO DI MEDITERRANEO. Nel territorio mediterraneo – Italia, sud della Francia e nord est della Spagna – si imitarono senza pregiudizi le forme romane, come succede, per esempio, nello splendido portico di San Trofimo di Arles o a Saint-Gilles-du-Gard. Chiese piccole e belle che talvolta paiono templi antichi si innalzano sulla terra rossa, tra viti e olivi, come la cappella di Saint-Gabriel, vicino a Tarascona. La semplicità classica delle chiese provenzali può essere ritrovata anche a San Miniato, in Toscana, uno dei grandi gioielli del Romanico del XII secolo.
In Italia l’arte romanica raggiunse il suo apogeo quando, intorno al 1152, il maestro Deustesallvet fu incaricato di erigere un battistero nel lato di una piazza di fronte al duomo di Pisa, che era stato costruito cinquant’anni prima. Lo dotò di una pianta circolare, rivestì la costruzione di marmo, la stravolse con arcate cieche, la circondò di colonnati e la completò con una cupola che avrebbe potuto essere perfetta senza il suo coronamento conico. Dietro il Duomo, Bonanno Pisano e Guglielmo di Innsbruck innalzarono nel 1172, come campanile, quella che oggi è conosciuta la torre pendente di Pisa. Riprendendo lo stile della facciata del duomo: una serie di arcate romaniche sovrapposte, con le campane all’ottavo piano. La torre sprofondò sul lato sud dopo la costruzione di tre piani su fondamenta di scarsa profondità e gli architetti cercarono di controbilanciare inclinando verso nord gli ultimi piani, senza riuscire a evitare la deviazione.
In definitiva, questo breve excursus evidenzia che l’arte romanica dominò l’Europa dall’Italia alla Norvegia per oltre tre secoli e, nonostante la specificità di ogni regione, fu il primo stile internazionale di livello europeo
.Pisa - Battistero, esterno 2.JPG
battistero di Pisa

Articolo pubblicato in gran parte su speciale Storica National Geografic I regni cristiani e le crociate. Altri testi e immagini da Wikipedia

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