Golfo di Leyte (1944)
Scontro totale fra titani del mare.
Tra il 23 e il 26 ottobre, al largo delle Filippine, Alleati e Giapponesi si affrontarono in quattro momenti diversi, nella più grande battaglia in mare della storia moderna. E il risultato fu a favore degli Alleati.
video la Battaglia di Leyte

24 ottobre 1944: la nave da battagliagiapponese Musashi sotto il fuoco degli aerei statunitensi della Task Force 38.
L'ammiraglio Chester Nimitz (in piedi) discute con (da sinistra) il generale Douglas MacArthur, il presidente Franklin Delano Roosevelte l'ammiraglio William Leahy
Nel giugno del 1944, dopo quasi due anni di accaniti combattimenti seguiti all’inizio delle controffensiva contro il Giappone, gli Alleati avevano compiuto significati progressi sul fronte del Pacifico. Mentre in Europa scorrevano i giorni fatidici dello Sbarco in Normandia, in Asia le forze alleate erano riuscite a conquistare gran parte delle Isole Marianne, rompendo così il perimetro difensivo che i nipponici avevano posto intorno alla Madrepatria lungo il Pacifico centrale e meridionale. Gli americani e i loro sodali, principalmente australiani, avevano seguito due linee di avanzata: la prima, guidata dall’ammiraglio Chester Nimitz, aveva percorso la catena di isole e atolli del Pacifico centrale, mentre la seconda, al comando del generale Douglas MacArthur, partendo dalla Nuova Guinea era risalita lungo i mari del Pacifico meridionale. Ora entrambe cominciavano a convergere verso l’asse Filippine-Taiwan, sollevando il problema quale delle due scegliere per proseguire il conflitto. In caso di conquista, avrebbero ambedue provocato una grave crisi per il nemico, compromettendo le linee di comunicazione dell’Impero giapponese con la sua principale fonte di approvvigionamento di petrolio nelle Indie orientali: se la Flotta  imperiale fosse rimasta in quei mari avrebbe avuto sufficiente carburante per navigare, ma non i proiettili per combattere; se invece fosse rientrata nella Madrepatria, qui sarebbe rimasta ben armata ma con i serbatoi vuoti.

Le quattro azioni principali della battaglia del Golfo di Leyte.
1) battaglia del Mare di Sibuyan
2) battaglia dello Stretto di Surigao
3) battaglia di Capo Engaño
4) battaglia al largo di Samar
1) battaglia del Mare di Sibuyan
2) battaglia dello Stretto di Surigao
3) battaglia di Capo Engaño
4) battaglia al largo di Samar
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Le forze in campo. | ||
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FORZE ALLEATE 
8 portaerei 
8 portaerei leggere 
18 portaerei di scorta 
12 navi da battaglia 
24 incrociatori 
166 cacciatorpediniere 
Numerose auto siluranti, sommergibili e navi ausiliare 
1500 aerei circa 
Circa 300 navi complessivamente. | 
FORZE GIAPPONESI 
1 portaerei 
3 portaerei leggere 
9 corazzate 
14 incrociatori pesanti 
6 incrociatori leggeri 
35 cacciatorpediniere circa 
300 aerei circa (inclusi aerei con base a terra) | |
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PERDITE ALLEATE 
1 Portaerei leggera 
2 Portaerei di scorta 
2 cacciatorpediniere 
1 unità minore 
Oltre 200 aerei 
Circa 3000 uomini | 
PERDITE GIAPPONESI 
1 portaerei 
3 portaerei leggere 
3 corazzate 
10 incrociatori 
11 cacciatorpediniere 
Circa 300 aerei 
Circa 12500 uomini | |

UN’IMPRESA CICLOPICA. Nimitz avrebbe preferito attaccare Taiwan per poi puntare a invadere la Cina ; MacArthur invece voleva tornare nelle Filippine, come aveva promesso quando era stato costretto ad abbandonarle l’11 marzo del 1942, cacciato dalle vittoriose truppe giapponesi. Riconquistare le Filippine, allora protettorato americano, non era solo un punto d’onore personale per MacArthur, ma era soprattutto un imperativo politico per gli Stati Uniti, il termometro della loro determinazione alla vittoria. In un incontro tra i due comandanti e il presidente Franklin Delano Roosevelt, il 26 luglio, la scelta finale cadde sulle Filippine, determinando l’avvio a un’operazione che si sarebbe rivelata decisiva per le sorti dell’intero conflitto. L’impresa era di dimensioni ciclopiche: il punto scelto per lo sbarco, l’isola di Leyte, nelle Filippine centrali distava 400 miglia  nautiche (926 km ) dalle principali basi di partenza di Morotai e Palau, dieci volte la distanza che il 6 giugno 1944 era stata colmata per lo Sbarco in Normandia. Ogni singolo proiettile, pezzo di ricambio e razione  di cibo doveva essere trasportato su navi provenienti dalla costa occidentale degli Stati Uniti, distante dal luogo più di 5mila miglia nautiche, oppure dall’Australia.
Un'altro problema non secondario era rappresentato dal supporto aereo: data l’enorme distanza dalle basi americane, tutto il sostegno aereo avrebbe potuto provenire soltanto dalle portaerei della US Navy. Viceversa, l’aviazione giapponese sarebbe stata avvantaggiata dalla presenza dei suoi numerosi aeroporti sulla terraferma, garantendosi una maggiore autonomia e presenza di volo.
 
 

Ammiraglio Nimitz

Vice Ammiraglio Thomas Kinkaid,
ASSALTO NEL GOLFO. Comandata dal Vice Ammiraglio Thomas Kinkaid, la Settima  flotta degli Stati Uniti aveva il compito di trasportare la forza d’invasione e di appoggiarne direttamente l’azione: era una formazione poderosa che comprendeva 157 navi da combattimento, tra le quali 6 corrazzate, 11 incrociatori e 18 vettori di scorta, 420 navi anfibie  84 tra pattugliatori, dragamine e idrografi. Le 17 portaerei, 6 corazzate, 16 incrociatori e 56 cacciatorpediniere della Terza Flotta, invece, sotto l’ammiraglio William Halsey, avrebbero avuto il compito di coprire a distanza l’invasione e di appoggiarla attaccando le basi aeree nemiche e qualsiasi forza navale che avesse cercato di ostacolare gli sbarchi.
Da parte loro i giapponesi non erano stati inerti. La prospettiva di un attacco alle Filippine, e proprio nel Golfo d Leyte, era considerata anche da loro la più probabile: per questo opportune contromisure vennero accuratamente studiate dal comandante della Flotta Combinata ammiraglio Soemu Toyoda nel piano Sho-Go 1 (o piano vittorioso 1), assieme ad altri tre piani alternativi elaborati per le diverse circostanze. La necessità di doversi confrontare con teatri di guerra così differenti e distanti tra loro costrinse le forze navali giapponesi a disperdesi su un’aerea molto vasta, cedendo così l’iniziativa agli avversari: l’assalto anfibio, ovunque fosse avvenuto, non sarebbe stato impedito, tuttavia il contrattacco giapponese avrebbe puntato a colpire i supporti navali del contingente da sbarco, costringendoli a ritirarsi e isolando in tal modo la minaccia terrestre. Il piano Sho-Go 1 divideva le forze giapponesi in tre gruppi: una Forza Settentrionale, al comando del vice ammiraglio Jasaburo Ozawa (una portaerei, 3 portaerei leggere, due corazzate della Prima guerra mondiale parzialmente convertite in portaerei, tre incrociatori leggeri e 9 cacciatorpediniere, con solo 108 aerei imbarcati); una Forza Centrale guidata dall’ammiraglio Takeo Kurita, di gran lunga la più potente con 5 corazzate, 10 incrociatori pesanti, due incrociatori leggeri e 15 cacciatorpediniere; e una Forza Meridionale, la più debole e divisa tra i vice ammiragli Shoji Nishimura e Kiyohide Shima, consistente in 2 corazzate, 3 incrociatori pesanti e 4 cacciatorpediniere. Il piano giapponese prevedeva che la flotta di Osawa, provenendo da nord, facesse da esca, attirando le portaerei americane della Terza Flotta lontano dall’area degli sbarchi. In tal modo le altre due forze, Centrale e Meridionale, sarebbero rimaste libere di concentrarsi nell’area degli sbarchi stessi, dando vita a una manovra a tenaglia contro le forze d’assalto nemiche, ormai prive di copertura aerea.
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I primi attacchi kamikaze.  https://it.wikipedia.org/wiki/Mitsubishi_A6M  Un gruppo di giovani pilotikamikaze delle Forze aeree dell'esercito giapponese nel 1945; il 25 maggio 1945, durante la battaglia di Okinawa, danneggiarono gravemente il cacciatorpediniere USS Braine; tutti e cinque i piloti della foto morirono nell'azione.  Il ponte e torrette di prua della HMASAustralia, nel settembre 1944. L'ufficiale a destra è il capitano Emile Dechaineux, ucciso durante il primo attacco kamikaze il 21 ottobre 1944. 
Il 25 ottobre 1944, proprio durante la battaglia del Golfo di Leye,  | |||
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la lezione di Leyte. 
Dall’operazione del golfo di Leyte si possono trarre importanti insegnamenti. Un principio chiave della guerra è l’individuazione e il mantenimento dello scopo dell’operazione militare. L’obiettivo del piano Sho-Go 1 ea di compromettere gli sbarchi alleati attaccando le navi da trasporto e di supporto ne Golfo di Leyte.  | |||
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Le principali navi da battaglia 
                                                FLOTTA USA                                       FLOTTA GIAPPONESE | |||
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Portaerei di scorta ST.LO 
Tipo: portaerei di scorta classe Casablanca 
Entrata in servizio: 1943 
Dislocamento pieno carico: 7900 
Velocità massima: 19 nodi 
Lunghezza:156 metri 
Larghezza:  
Armamento:  1 cannone antiaereo da 13° mm., 16 da  
Aerei imbarcati: 28  La St. Lo colpita dall'A6M2 Zero di Yukio Seki https://it.wikipedia.org/wiki/USS_St._Lo_(CVE-63) | 
Corazzata West Virginia 
Tipo:Corazzata classe Colorado 
Entrata in servizio: 1923 
Dislocamento pieno carico: tonnellate 33.500 
Velocità massima: 21,17 nodi 
Lunghezza:  
Larghezza:  
Armamento: 8 cannoni da  
Corazzatura: 203- La corazzata West Virginia nella baia di San Francisco nel 1934  | 
Corazzata Musashi 
Tipo:Corazzate classe Yamato 
Entrata in servizio:1942 
Dislocamento pieno carico: tonnellate 72809 
Velocità massima: 27,6 no 
Lunghezza:263 metri 
Larghezza:  
Armamento: 9 cannoni da  
Corazzatura:400 mm cintura, da 250°  sotto: La Musashi nell'ottobre 1944 m entre si dirige al Golfo di Leyt  | |
L’AZIONE DEI KAMIKAZE. Il 20 ottobre lo sbarco alleato avvenne coe da copione in modo praticamente incontrastato. Le navi di appoggio e l’aviazione avevano bombardato per tre giorni sia i punti scelti per gli attacchi che i campi di aviazione giapponesi. In quello stesso giorno MacArthur comunicò al popolo filippino di aver mantenuto la sua promessa con un laconico “sono tornato”, ma in realtà la battaglia vera e propria doveva ancora cominciare. Il mattino seguente, infatti, due incrociatori australiani furono attaccati da un singolo bombardiere giapponese colpito dalla contraerea, il pilota nipponico si schiantò deliberatamente contro il lato sinistro dell’incrociatore pesante Australia, uccidendo 30 membri dell’equipaggio, tra i quali il comandante, e ferendone 64. l’azione assegnò all’incrociatore australiano il poco invidiabile primato di prima nave alleata colpita Leyte da un attacco suicida. Le vere e proprie missioni deliberate di kamikaze contro le forze alleate sarebbero iniziate solo quattro giorni dopo, ma il gesto disperato di quel singolo pilota fornì il segno plastico della determinazione con la quale i giapponesi avrebbero affrontato la battaglia.
Il 24 e il 25 ottobre 1944 nel Golfo di Leyte furono combattuti tre grandi scontri navali. Ebbero però un importante prologo. La mattina del 24, infatti, l’ammiraglio Halsey individuò la Forza Centrale  di Kurita e l’attaccò senza esitazioni con i suoi aeroplani: gli ottimistici rapporti dei piloto lo convinsero che la minaccia di Kurita fosse ormai sventata, ma in realtà la Forza  Centralela Musashi.  Una
UNA MANOVRA AZZARDATA. Il primo scontro avvenne nella notte tra il 24 e il 25 nello Stretto di Surigao tra la Forza  Meridionalela Settima  FlottaLa Flotta  da sbarco era stata protetta ma benché le navi di Kinkaid fossero tutte operative, a seguito dell’attacco le loro scorte di munizioni e di carburanti si erano gravemente ridotte: il rischio insito nella precaria logistica basata su magazzini galleggianti si era in effetti concretizzato.
Sull’altro fronte, l’esca prevista dal piano Sho-Go 1,ossia la Forza  Settentrionalela Forza  Centrale
Quello stesso giorno, quattro corazzate nipponiche, sei incrociatori pesanti, due leggeri e 11 cacciatorpediniere, sbucarono dallo Stretto di San Bernardino trovando come unico ostacolo soltanto un velo di cacciatorpediniere americani. Presa completamente di sorpresa dall’inopinata partenza di Hasley, ormai troppo lontano per prestare assistenza, la Settima  Flottala Forza  Centralela Marina  Imperiale
 

Takeo Kurita (栗田 健男 Kurita Takeo?; Prefettura di Ibaraki, 28 aprile 1889 – Tokyo, 19 dicembre 1977) è stato unammiraglio giapponese, attivo durante la seconda guerra mondiale e noto soprattutto per il suo cruciale ruolo nellabattaglia del Golfo di Leyte.
Articolo in gran parte di Nicola Zotti pubblicato su Le Grandi Battaglie Navali Sprea editori, altri testi e foto da Wikipedia      
 
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